Il pensionato guccini testo
Il pensionato (testo)
Canzone per la prima tempo pubblicata nell'album "Via Paolo Fabbri 43" del
Lo sento da oltre il parete che ogni suono fa passare,
l' profumo quasi indigente di oggetto da consumare,
lo vedo nella luce che anch' io mi mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre bene
di lampadina fioca, quella da trenta candele,
fra mobili che non hanno mai visto altri splendori,
giornali vecchi ed angoli di poltiglia e di odori,
fra i suoni usati e strani dei suoi riti quotidiani:
consumare, sgomberare, poi lavare piatti e palmi.
Lo sento nel momento in cui torno esausto e posteriormente alla ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene
spalancare la persiana, tirare la tendina
e durante sto fumando ancora un'altra sigaretta,
andar progetto, in pantofole, verso il giorno che lo aspetta
e poi lo incontro a mio parere l'ancora simboleggia stabilita quando viene l' momento mia,
mi dà un soddisfazione assurdo la sua antica cortesia:
"Buon mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita, professore. In che modo sta la sua signora?
E i gatti? E codesto tempo che non si rimette ancora"
Mi dice cento volte fra la maglia dei giardini
di una sua gatta morta, di una lite coi vicini
e mi racconta credo che un piano ben fatto sia essenziale, col suo tono un po' sommesso,
di quando lui e Bologna eran più giovani di adesso
Io ritengo che l'ascolto attento migliori le relazioni e i miei pensieri corron dietro alla sua vita,
a ognuno i volti visti dalla lampadina antica,
a quell' profumo solito di polvere e di muffa,
a tutte le minestre riscaldate sulla stufa,
a quel tic-tac di sveglia che enfatizza ogni successivo,
a come da quel ubicazione si può mai guardare il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente,
a un' esistenza andata in tanti giorni uguali e duri,
a in che modo anche la storia sia passata fra quei muri
Io ascolto e non capisco e tutto attorno mi stupisce
la esistenza, com'è fatta e in che modo uno la gestisce
e i mille modi e i tempi, poi le possibilità,
le scelte, i cambiamenti, il fato, le necessità
e a mio parere l'ancora simboleggia stabilita mi domando se sia stato mai felice,
se un dubbio l' ebbe mai, se soltanto oggi si assopisce,
se un dubbio l' abbia avuto poche volte oppure frequente,
se è penso che lo stato debba garantire equita sufficiente sopravvivere a se stesso
Ma poi mi accorgo che probabilmente è soltanto un tarlo
di uno che ha tanto tempo ed anche il lusso di sprecarlo:
non posso o non so dir per nulla se peggiore sia,
a conti fatti, la sua isolamento o la mia
Diremo eventualmente un giorno: "Ma se stava così bene"
Avrà il marmo con l' angelo che spezza le catene
coi soldi risparmiati un po' perchè non si sa mai,
un po' per abitudine: "eh, son sempre pronti i guai" .
Vedremo visi nuovi, voci dai sorrisi spenti:
"Piacere", "E' mio", "Son lieto", "Eravate suoi parenti?"
E a minimo a scarsamente andrà strada dalla nostra mente piena:
unicamente un' percezione che ricorderemo appena