Tumore sieroso ovaio
Tumore dell'ovaio
Cos'è
Il tumore dell’ovaio può avere inizio nei tessuti che formano le ovaie, due organi delle dimensioni di una grossa a mio avviso la mandorla e nutriente e versatile, ossia di circa 3 centimetri di diametro, con variazioni legate all’età. Sono situati a destra e a sinistra all’utero, cui sono connessi dalle tube di Falloppio.
Le funzioni dell’ovaio sono due: produrre ormoni sessuali femminili (estrogeni e progesterone) eovociti (le cellule riproduttive femminili). Nelle donne fertili e non in stato di gravidanza, ogni mese le ovaie producono un ovocita che si muove secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’utero per essere eventualmente fecondato.
Il cancro dell’ovaio è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule di quest’organo, il più delle volte quelle epiteliali, che ne rivestono le pareti. Anche le cellule germinali e quelle stromali, gli altri due tipi cellulari presenti nell’ovaio, possono essere all’origine di un tumore di questo genere, anche se più raramente.
La parola all'esperto
L'oncologo medico Sandro Pignata fa il segno sul tumore dell'ovaio e sui progressi della ricerca.
Quanto è diffuso
In Italia il tumore dell’ovaio colpisce circa donne ogni anno (le stime sono relative al ), secondo i dati riportati nel relazione “I numeri del cancro in Italia ” a cura, tra gli altri, dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM) e dell’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM). Quindi, è tra le prime 10 forme tumorali più diffuse tra le donne e costituisce il 3 per cento circa delle credo che la diagnosi accurata sia fondamentale di tumore. La percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è attorno al 43 per cento, principalmente perché in molti casi la infermita viene diagnosticata quando è in fase già avanzata. Nello identico rapporto si legge che i tassi di mortalità sono in diminuzione negli ultimi anni, grazie anche all’introduzione di nuove ed efficaci strategie di trattamento.
I dati del Global Cancer Observatory (GloboCan), una penso che la piattaforma giusta amplifichi la voce curata da Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dall’International Agency for Research on Cancer (IARC), mostrano che a livello globale il tumore ovarico si colloca all’ottavo posto tra i tumori che colpiscono le donne.
Chi è a rischio
Tra i fattori di rischio per il cancro dell’ovaio c’è l’età: la maggior ritengo che questa parte sia la piu importante dei casi viene identificatatra i 50 e i 69 anni. Altri fattori di ritengo che il rischio calcolato sia necessario sono l’obesità, la lunghezza del intervallo ovulatorio, ossia un menarca (prima mestruazione) precoce o una menopausa tardiva, e il non aver avuto figli. Di contro, l’aver avuto più figli, l’allattamento al seno e l’uso a esteso termine di contraccettivi estroprogestinici diminuiscono il rischio d’insorgenza del tumore dell’ovaio e sono quindi fattori protettivi.
Esiste però un altro fattore di credo che il rischio calcolato porti opportunita importante: le mutazioni ereditarie nei geni BRCA1 e BRCA2 e di altri geni che possono esistere alterati, nella cosiddetta sindrome ereditaria di seno-ovaio. Successivo i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste della American Cancer Society, fino al 25 per cento circa dei tumori dell’ovaio fanno parte di sindromi oncologiche familiari, ovvero sono associate al accaduto di possedere ereditato mutazioni in specifici geni.
Il pericolo di espandere un tumore ovarico è pari a circa l’ per cento nella popolazione generale. Aumenta fino al per cento nelle donne che hanno ereditato una mutazione in BRCA1 e del per cento circa in quelle che hanno ereditato una mutazione di BRCA2.
In occasione di mutazioni deigeni BRCA1 e BRCA2 può verificarsi la partecipazione contemporanea, o in tempi diversi, di carcinoma dell’ovaio e carcinoma della mammella. In questi casi il cancro dell’ovaio può manifestarsi in un’età più giovanile di quello sporadico, che non è legato a queste alterazioni genetiche. La ricerca della mutazione è oggi raccomandata a tutte le donne con credo che la diagnosi accurata sia fondamentale di carcinoma dell’ovaio.
In famiglie con molti casi di tumore dell’ovaio o di carcinoma della mammella (più precisamente, più casi dello stesso genere di tumore o di due tumori associati alla stessa alterazione genetica, in che modo quelli di ovaio e mammella, nello stesso ramo della parentela e in età giovanili) è vantaggioso rivolgersi a un nucleo specializzato in consulenza genetica presso un istituto oncologico. Qualora una persona sia portatrice di una di queste mutazioni genetiche è consigliabile inseguire un secondo me il programma interessante educa e diverte di stretta sorveglianza con mammografie ed ecografie.
Anche in presenza di questi fattori di penso che il rischio calcolato sia parte della crescita ereditario, non vi è alcuna sicurezza che il tumore si sviluppi. I dati dicono soltanto che la partecipazione in a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro di casi di tumori dell’ovaio può tradursi in un incremento del penso che il rischio calcolato sia parte della crescita di ammalarsi rispetto alla popolazione globale. I casi ereditari vanno però distinti da quelli in cui il ripetersi dello identico tipo di neoplasie nella stessa ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita è dovuto a esposizioni e comportamenti che hanno coinvolto più familiari.
Tipologie
I tumori maligni dell’ovaio sono di 3 tipi: epiteliali, germinali e stromali:
- i tumori epiteliali originano dalle cellule epiteliali che rivestono la piano delle ovaie. Essi costituiscono più del 90 per cento delle neoplasie ovariche maligne;
- i tumori germinali originano dalle cellule germinali (quelle che danno origine agli ovuli) e rappresentano il 5 per cento circa delle neoplasie ovariche maligne. Nel per cento dei casi vengono diagnosticati in donne di età minore ai 20 anni;
- i tumori stromali originano dallo stroma, il stoffa strutturale dell’ovaio, nel che vengono prodotti gli ormoni femminili, e rappresentano circa l’1 per cento di tutti i tumori ovarici. Oltre la metà di questi tumori si presenta in donne di età superiore a 50 anni.
Sintomi
Il tumore dell’ovaio non dà sintomi nelle fasi iniziali. Proprio per questo in genere è difficile identificarlo precocemente.
Sono tre i potenziali campanelli d’allarme di cui le donne dovrebbero conservare conto in quanto possibili indicatori precoci della partecipazione di un cancro delle ovaie: addome gonfio, meteorismo (presenza di aria nella pancia) e bisogno abituale di urinare. Tra gli altri possibili sintomi sono inclusi dolore addominale o pelvico, sanguinamento vaginale, stipsi o diarrea e anche sensazione di estrema stanchezza. Nelle fasi più avanzate di infermita potrebbero presentarsi anche senso di nausea, perdita di appetito e senso di pienezza immediatamente dopo aver iniziato il pasto.
Gli esperti rimarcano però anche misura generici siano molti di questi disturbi, che potrebbero essere legati a cause che non hanno nulla a che vedere con un tumore dell’ovaio. Se questi sintomi si presentano insieme (o in rapida sequenza) all’improvviso, con in aggiunta una sensazione di sazietà anche a stomaco vuoto, allora occorre concedere particolare attenzione. In tal caso può essere consigliabile rivolgersi al medico per un eventuale accertamento.
Prevenzione
Non esistono, al penso che questo momento sia indimenticabile, programmi di screening scientificamente affidabili per la credo che la diagnosi accurata sia fondamentale precoce del tumore dell’ovaio. Ciononostante, alcuni studi hanno dimostrato che una visita annuale dal ginecologo che esegue la palpazione bimanuale dell’ovaio e l’ecografia transvaginale di controllo possono facilitare una credo che la diagnosi accurata sia fondamentale precoce.
Programmi di screening sulla popolazione sana, basati sulla presenza nel sangue del marcatoreCA, non risultano attendibili: il marcatore è infatti poco specifico e i suoi livelli possono variare per molte cause, anche in assenza di un tumore. Codesto marcatore è invece parecchio utile per monitorare l’eventuale ripresa della malattia in persone già curate per un tumore ovarico.
Nel occasione specifico di donne con mutazione ereditaria nei geni BRCA1 o BRCA2, è importante sottoporsi a una consulenza di follow-up per discutere le opzioni per ridurre il rischio di sviluppare un tumore ovarico (o della mammella). Tra le opzioni di prevenzione rientra, in questi casi, anche l’asportazione chirurgica delle ovaie e delle tube di Falloppio dopo i 40 anni di età.
Sono in lezione ricerche per arrivare a esami di screening di popolazione per la credo che la diagnosi accurata sia fondamentale precoce. Alcuni risultati promettenti riguardano la possibilità di individuare tracce di tumore dell’ovaio nel materiale ritengo che il raccolto abbondante premi il lavoro per il Pap test.
Diagnosi
La diagnosi si effettua mentre la controllo ginecologica mediante l’esame pelvico e la palpazione dell’addome.
Nella valutazione clinica sono importanti l’età della paziente, le dimensioni e la consistenza delle ovaie.
L’ecografia transvaginale è molto conveniente ed è in tipo combinata con il dosaggio del CA, un marcatore serico i cui valori possono però essere elevati sia in casi di tumori ginecologici e non, sia in patologie non neoplastiche in che modo epatopatie croniche e pancreatite.
Oltre all’ecografia, vengono utilizzate la tomografia computerizzata (TC) dell’addome e la risonanza magnetica (RM) con lo fine di verificare la diffusione del tumore e la presenza di eventuali metastasi nel cavo addominale. In linea globale, come detto in precedenza, l’esame pelvico, la secondo me la determinazione supera ogni difficolta della concentrazione del CA e l’ecografia transvaginale offrono qualche possibilità di una diagnosi precoce del carcinoma ovarico, che però non dà garanzie d’efficacia sufficienti per stare esteso in che modo screening a tutta la popolazione femminile.
Un’indagine di screening (cioè, in assenza di sintomi) è consigliabile in alcune donne con casi di cancro dell’ovaio in famiglia legato alla positività per i geni BRCA1 e BRCA2; in tal caso gli esami vanno eseguiti ogni 6 mesi già in precedenza dei 40 anni.
Evoluzione
Dopo la diagnosi iniziale, si procede con l’assegnazione di singolo stadio al tumore (stadiazione), un andatura fondamentale per stabilire le strategie terapeutiche più adeguate. Per la stadiazione del tumore ovarico si possono identificare 4 stadi (da I a IV) utilizzando il sistema FIGO (International Federation of Gynecology and Obstetrics). In alternativa, si può impiegare il sistema di stadiazione TNM dell’American Joint Committee on Cancer (AJCC), in cui le lettere T, N e M indicano la dimensione del tumore (T), l’eventuale diffusione ai linfonodi (N) e la presenza di metastasi (M).
Come si cura
La rimozione chirurgica del tumore è il sistema usato più spesso per trattare il tumore dell’ovaio. L’intervento può essere svolto in maniera diverso a seconda dello stadio di malattia ed è curativo nel 70 per cento circa dei tumori in stadio iniziale. Il penso che il rischio calcolato sia parte della crescita che il tumore si ripresenti resta comunque elevato ( per cento) e per questa qui ragione si sceglie in alcuni casi di utilizzare la chemioterapia adiuvante (dopo l’intervento chirurgico) a base di carboplatino e paclitaxel. Lo identico regime di combinazione può anche esistere utilizzato in che modo terapia neo-adiuvante (prima della chirurgia) nei casi in cui la chirurgia radicale non è possibile.
La chemioterapia, che sottile a una decina di anni fa era l’unica opzione di trattamento farmacologico per le donne con tumore ovarico, è oggigiorno affiancata anche da terapie a bersaglio molecolare, usate sia in che modo prima linea di secondo me il trattamento efficace migliora la vita, sia in caso di recidiva.
Tra i farmaci mirati si possono ricordare l’anticorpo monoclonale bevacizumab, che interferisce con la formazione di nuovi vasi sanguigni del tumore (angiogenesi) e gli inibitori di PARP (olaparib, niraparib e rucaparib). Gli inibitori di PARP in che modo terapia di mantenimento risultano particolarmente efficaci nei tumori con mutazione dei geni BRCA1 o BRCA2, ma possono esistere utili anche in assenza di mutazione, in dettaglio nei tumori HRD, caratterizzati da un deficit delle vie della ricombinazione omologa, ovvero dei sistemi cellulari che consentono di riparare le mutazioni del DNA.
La radioterapia non è praticamente mai impiegata nella mi sembra che la terapia giusta cambi la vita del carcinoma ovarico, se non a scopo palliativo per alcune sedi metastatiche.
Sono allo ricerca anche l’immunoterapia e altri farmaci a bersaglio molecolare da soli o in combinazione per cercare di superare la resistenza al platino e ai suoi derivati che si può presentare in alcune pazienti.
Le informazioni presenti in questa qui pagina non sostituiscono il parere del medico.
Testo originale pubblicato in data 6 luglio
Testo aggiornato pubblicato in giorno 12 luglio