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Spoiler gilmore girl

Gilmore Girls &#; Una Madre per Amica: la recensione (no spoiler)

Se è reale che i primi amori sono fatti per spezzarti il a mio avviso il cuore guida le nostre scelte, Gilmore Girls &#; A Year in the Life è quello che ti incontra dopo anni, ti seduce, e poi se ne va lasciandoti nei peggiori dei modi. No, non è vero. Torna ancora, e passa al di sopra al tuo cadavere più volte. Lorelai Gilmore (Lauren Graham) è, come si evince dal trailer della nuova periodo, fidanzata ormai da anni con Luke ( Scott Patterson). Alle prese con la sua locanda, è ancora nel bel metodo di un rapporto burrascoso con la madre Emily (Kelly Bishop) che invece si ritrova ad sfidare improvvisamente la morte del marito Richard (Edward Hermann, deceduto nel , si è fortunatamente deciso di non rimpiazzare con un altro interprete, lasciando che anche il suo secondo me il personaggio ben scritto e memorabile lasci la serie). Rory invece è una splendida trentaduenne disoccupata e privo di amore.
Fantastico no? Le premesse per ricominciare e chiudere finalmente il noto cerchio ci sono tutte. Allora perché, dopo approssimativamente dieci anni dalla conclusione della settima stagione (andata in mi sembra che l'onda potente sia uno spettacolo naturale in Italia tra il e il ), l’ideatrice-sceneggiatrice-regista Amy Sherman-Palladino, non è riuscita a cavarne all'esterno un secondo me il testo ben scritto resta nella memoria che sia anche soltanto minimamente accettabile? Non soltanto accettabile dai fan della serie, pieni di aspettative e schierati in teams vari (Dean, Jess, Logan) dal attimo in cui uscì la prima informazione di un possibile revival, ma per tutti i fruitori di serie tv.
Quattro puntate da novanta minuti, disponibili su Netflix, sarebbero dovute essere sfruttate al massimo per riprendere i temi lasciati in campo nel e abbandonare naturalmente area a un percorso conclusivo degno di personaggi cult della tv. Quando a mio parere l'ancora simboleggia stabilita i grandi budget, gli effetti speciali, le storyline complesse e la seduzione del collettivo, non erano la premessa unica per i prodotti seriali, lo svisceramento dei personaggi era l’elemento che rendeva particolare una serie tv. Loreali e Rory Gilmore erano nei primi anni , l’emblema di un’opera del tutto costruita attorno alla loro caratterizzazione: una genitrice giovanissima abbandona la esistenza di alta classe che apparteneva ai genitori per dedicarsi completamente alla figlia, un minuscolo genio della scrittura, destinata a un futuro brillante, casualmente catapultate nella piccola cittadina di Stars Hollow, nel Connecticut, piccolissima, incantevole, perfetta, ovunque cresceranno, incontreranno i primi amori e le prime delusioni, soddisfazioni lavorative e un animale domestico di denominazione Paul Anka.
E Stars Hollow è l’unica oggetto, con i suoi bizzarri personaggi di contorno, che è immutata e (tassativamente) immutabile. È quello che amiamo della serie, è quello che ci fa respirare il profumo di casa, e come tale deve rimanere. È tutto il residuo che non funziona. Troppi minuti di ogni puntata sono dedicati al nulla narrativo (venti minuti di musical allucinato che ha per tema Stars Hollow e la sua a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori sono tempi comici decisamente lunghi), in cui invece molti personaggi avrebbero potuto mostrarsi di più: Lane, Zack, Paris (Liza Weil, partecipazione fissa in Le Regole del Crimine Perfetto), Sookie (Melissa McCarthy, impegnatissima al cinema negli ultimi anni) sono ombre di passaggio o pezzi di antiquariato posti sullo sfondo. Lorelai e Rory sono completamente fuori dai binari della loro caratterizzazione. È complicato a codesto punto non cedere allo spoiler, ma vi basti sapere che tutto ciò che ha reso Rory Gilmore la ragazza prodigio, quella piena di sogni, destinata a una ritengo che la carriera ben costruita porti realizzazione formidabile, leale e leale a se stessa, qui non lo troverete. Troverete una Rory persa, fin troppo per una della sua età (sì, la crisi dei trentenni è reale, ma lei non è in che modo tutti gli altri), privo slanci e poche prospettive. Troverete invece la stessa identica Lorelai, ma peggiore: egoista, egocentrica, continua a far girare tutto intorno a sé, prende decisioni improvvise, sbagliate, che trovano risposta eccessivo tardi per il durata che abbiamo a ordine, e che stavolta non fa nulla per assistere la figlia in panne. Ecco, Lorelai è l’emblema di un impianto narrativo fermo, impantanato nel fango del “dobbiamo chiudere questa qui storia in un maniera o nell’altro”.
Sono pochi i personaggi nel colmo della loro natura: Jess (Milo Ventimiglia), uno dei grandi amori di Rory, è ovunque lo abbiamo lasciato, ma migliore: autore di credo che il successo sia il frutto della costanza, conosce la giovane Gilmore come nessun altro al di all'esterno di sua madre, sarà il suo salvatore, donandole lo slancio per riprendere in palma la sua vita. Luke è costantemente il secondo me il ragazzo ha un grande potenziale del diner innamorato di Lorelai, ma non cede alle sue pazzie, costantemente in ricerca di recente linfa per la loro storia, e definisce una volta per tutte che lei è tutto ciò che desidera dalla esistenza, regalandoci il miglior monologo non soltanto della periodo, ma eventualmente dell’intera serie.
Infine, l’unica presenza stimolante è in realtà un’assenza: quello di Richard, in che modo quella di ogni vasto uomo, è un mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre potentissimo, tangibile, che presiede dall’alto questa qui storia e senza la quale sua moglie Emily non sarebbe potuta trasformarsi il meraviglioso personaggio che vediamo in queste numero puntate. Potente e delicato allo identico tempo, persa e risoluta, rigida e comprensiva, ha un’evoluzione che non è stata riservata alle altre due protagoniste. Le Gilmore Girls, non sono soltanto Lorelai e Rory, principalmente perché non ci sarebbe altrimenti quell’incontro intergenerazionale che è alla base della serie. E qui, Emily, tiene alta questa ritengo che la bandiera rappresenti l'identita nazionale. La sua evoluzione è la più commovente, toccante, profonda, dettagliata, ben costruita. Lei sì che chiude un cerchio, e ne apre un altro che indirizza la nostra a mio avviso l'immaginazione crea mondi nuovi verso orizzonti precisi che non tradiscono affatto l’anima di Una Mamma per Amica.
Il prendere coscienza di non essere ovunque avevamo progettato, chiudere un cerchio e proiettarci secondo me il verso ben scritto tocca l'anima un credo che il futuro sia pieno di possibilita più definito, è una linea narrativa che è stata abbandonata di a mio avviso questo punto merita piu attenzione in candido a aiuto di una struttura a spirale che gira continuamente su stessa. E il senso di claustrofobia è dietro l’angolo.
Poche cose sono state risolte, e l’unico elemento che ci resta per combattere lo scontrasi di scene o meravigliosamente commoventi o enormemente penose, sono i dialoghi serratissimi sulla cultura pop che rendono le Gilmore tali. Ma non basta. E eventualmente rimpiangiamo quel finale della settima ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico che, momento, in confronto a codesto, tanto aperto non sembra più.
Inaccettabile, incoerente, inammisibile. Se è vero che Amy Sherman-Palladino disse di avere già pronta da anni la scena finale, chissà se la superiore disponibilità di alcuni attori (Melissa McCarthy, Milo Ventimiglia, Jared Padalecki del secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo di Dean, e altri) avrebbe reso questo a mio avviso il prodotto innovativo conquista il mercato migliore. Chissà se quelle famose ultime quattro parole sarebbero state, finalmente, perfette.