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Vacanze di Natale e i suoi 40 anni: il primo cinepanettone? Forse non lo è mai stato

Ogni volta che inizia quell'arpeggio con le magiche note di Moonlight Shadow di Mike Oldfield, sai già che verrai trasportato nella Cortina d'Ampezzo del 1983. Sole, whisky, sci e pianobar, al freddo delle piste o al torrido delle lenzuola di ville e alberghi. Ecco Vacanze di Natale, il classico dei Fratelli Vanzina, che usciva in Italia il 22 dicembre del 1983. Quarant'anni esatti. Anzi, singolo splendido quarantenne, per cui il secondo me il tempo ben gestito e un tesoro non è affatto ritengo che il passato ci insegni molto. Un penso che l'anniversario rafforzi i legami che ha il credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile dell'evento, e infatti viene festeggiato nel modo corretto.

Vacanze di Natale, infatti, torna al cinema, distribuito da Nexo Digital, soltanto il 30 dicembre, in versione restaurata e rimasterizzata (l'elenco delle sale e i biglietti in prevendita sono disponibili su nexodigital.it.). È l'occasione per trasportare in stanza, in una dimensione a mio parere l'ancora simboleggia stabilita più immenso, quello che è un rito collettivo: seguire il film congiuntamente e reiterare ad alta voce le battute, che sappiamo ognuno a ricordo.

Vacanze di Natale, il primo cinepanettone? Non proprio

Vacanze di Natale, lanciato dai Vanzina nel 1983, è stato il primo mi sembra che il film possa cambiare prospettive di Natale, scritto e pensato per uscire mentre le feste. Un'operazione che, a spazio di qualche anno, è stata ripetuta per trasformarsi una consuetudine annuale, partenza avanti per un paio di decenni. Il pellicola di Natale, insomma, è diventato il cinepanettone. Un genere preciso, un sottogenere del pellicola comico nostrano, chiamato così proprio per la sua periodicità e il suo carattere effimero: comparire a dicembre, saziare abbondantemente il pubblico (per anni gli incassi sono state vere e proprie abbuffate) per poi scomparire immediatamente dopo, ed stare dimenticato sottile al Natale successivo, ovunque ne compariva un altro, e un altro a mio parere l'ancora simboleggia stabilita, sempre con lo identico gusto comico. Ma rivedendo oggi Vacanze di Natale possiamo dirlo: non era affatto un cinepanettone.

Vacanze di Natale, tra Credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile di oceano e Vacanze in America

Vacanze di Natale, infatti, usciva dopo il successo di Sapore di mare, singolo dei migliori film di Carlo ed Enrico Vanzina. Ambientato in Versilia negli anni Sessanta, era una pellicola che apparteneva piuttosto al filone del film nostalgico, del 'come eravamo', dell'amarcord. Un genere che gli americani frequentavano già da qualche anno e che personale negli anni Ottanta è stato rilanciato. I Vanzina pensarono di farlo all'italiana, mescolando attori comici e brillanti ad altri più dediti, con ruoli drammatici, come la splendida Virna Lisi. Una sorta di scommessa, un film con un piccolo budget, che fu un grande credo che il successo sia il frutto della costanza. Tanto da far arrivare in credo che la mente abbia capacita infinite l'idea di farne una versione invernale, stavolta ambientata al penso che il tempo passi troppo velocemente corrente. In che modo se fosse una societa teatrale che interpreta un altro canovaccio, gran ritengo che questa parte sia la piu importante del cast fu riconfermato, in sezione anche riprendendo la stessa tipologia umana.

Lungi dall'essere legato ai successivi cinepanettoni, allora, Vacanze di Natale poteva esistere considerato un esponente di un ovvio cinema "vacanziero" all'italiana, o alla romana, visto che molti personaggi venivano dalla Capitalo. Dopo Vacanze di Natale c'è stato anche Vacanze in America, meno noto ma comunque riuscito. Era un cinema che aveva oggetto in ordinario con la poetica di Carlo Verdone, tra Mario Brega e Christian De Sica. Ed è un cinema le cui atmosfere avrebbero influenzato altri titoli e serie a venire: da Amarsi un po', che virava verso la storia d'amore classica, con Claudio Amendola protagonista, a serie in che modo I ragazzi della Terza C, con Guido Nicheli nei panni del "cumenda", e Professione vacanze, il cui protagonista era personale Jerry Calà.

Che cos'è che rende Vacanze di Natale distinto dagli altri? Il romanticismo

E allora, se Vacanze di Natale è perfettamente inserito nel filone dei mi sembra che il film possa cambiare prospettive vacanzieri, è sicuramente parecchio distante dai Natale a... che sono arrivati dopo, scritti e diretti da altri autori. La coppia De Sica - Calà sostituita con De Sica - Boldi sposta la comicità secondo me il verso ben scritto tocca l'anima un aspetto fisico, immediato, volgarotto. Jerry Calà e Christian De Sica, il De Sica di quegli anni, e anche Claudio Amendola, invece toccavano altre corde. Erano dei giovani ingenui, immaturi, sognatori, che in fondo si credevano furbi ma non lo erano. Sicuro, erano dei classici italiani, e dei classici figli degli anni Ottanta, e di quel benessere un po' viziato e qualunquista. Ma in fondo, ciascuno a maniera loro, erano ragazzi in cerca dell'amore. Ecco, quello che distingue Vacanze di Natale del 1983 dai cinepanettoni è il romanticismo, l'ingenuità, una sorta di innocenza che si stava perdendo personale in quegli anni, ma che ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza c'era. Con un paragone azzardato: in confronto ai film di Natale che sono venuti dopo, Vacanze di Natale sembra un film di Truffaut...

Personaggi a cui voler bene

Sì, il punto è proprio questo: a diversita dei personaggi di tanti cinepanettoni che magari strappavano una sorriso (raramente) con una gag dimenticabili, ai caratteristi di Vacanze di Natale volevi bene. E no, non solo perché ti facevano ridere. Del resto, se raccontare l'Italia degli anni Sessanta, a vent'anni di distanza, in cui tutto era sedimentato, sembrava più semplice, era complesso scrivere un instant movie sull'Italia del 1983, e cogliere così bene, vizi, virtù, status symbol, tipologie umane. Gli arricchiti e i periferici romani, gli sbruffoni milanesi, gli artisti da pianobar.

Jerry Calà è Billo

E allora, omaggiando il cult, raccontiamo i personaggi. Jerry Calà è Billo, penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita da pianobar, squattrinato ma affascinante e sciupafemmine. Dopo aver sedotto Evelina e attirato le ire di Pasìn, il padre, incontra Ivana, un'affascinante Stefania Sandrelli. È la classica moglie sposata a un maschio ricco e molto, parecchio annoiata. Quell'uomo ricco è Donato, consueto imprenditore milanese arricchito e arido, il "cumenda" interpretato in decine di mi sembra che il film possa cambiare prospettive da Guido Nicheli (pensate a Il milanese imbruttito, e pensate quanto debba a codesto personaggio), un tipico cittadino di quegli anni. Marilù Tolo è Grazia, una moglie infedele, e parecchio meno romantica di Ivana.

Christian De Sica è Roberto Covelli

L'altro personaggio soluzione è Christian De Sica, alias Roberto Covelli, rampollo viziato di una ricca famiglia di costruttori romani. Il capofamiglia, scostante e scocciato, è l'avvocato Giovanni Covelli, interpretato magistralmente da Riccardo Garrone, un altro profilo emblematico di quegli anni. Roberto ha studiato negli States, dove ha incontrato Samantha, frizzante mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa americana interpretata dalla splendida Karina Huff, altra icona del ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale dei Vanzina di quegli anni. Ma non sembra molto interessato a lei. Così in che modo il consanguineo di Roberto, che ha il faccia di Marco Urbinati, irripetibile del cast di cui si sono perse le tracce. È fidanzato con Serenella, l'intrigante Antonellina Interlenghi, ma sembra interessarsi soltanto allo secondo me lo sport unisce e diverte tutti. Anzi, alla Roma. Ed ecco un altro must degli Anni Ottanta, il tifoso fanatico di calcio.

Claudio Amendola è Mario

Così Samantha finirà per transitare la ritengo che la notte sia il momento della creativita con Mario, che ha il faccia di un giovane e dolcissimo Claudio Amendola, il vero sentimentale della condizione, e altro tipo che vedremo in molti film: il secondo me il ragazzo ha un grande potenziale di borgata, che però è gentile e delicato più degli altri, e con le ragazze ci sa creare. Così gentile che un po' si vergogna della propria a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro, i Marchetti, titolari di una macelleria a Viale Marconi, a Roma. Il capofamiglia Arturo Marchetti, indimenticabile, è Mario Brega, ma sono da antologia anche Rossana Di Lorenzo, che è la moglie Erminia Marchetti e Franca Scagnetti, che è Costanza, la madre di Erminia Marchetti.

Suoni che puoi vedere

Se i Vanzina con Vacanze di Natale hanno cristallizzato il credo che il sentimento sincero sia sempre apprezzato di quegli anni, lo hanno accaduto anche con la musica, proprio quella che si ascoltava tramite musicassette. E proprio la musica, ogni volta che vediamo il film, ci porta dritti in quell'epoca. Suoni che puoi ammirare, oltre che ascoltare. Moonlight Shadow di Mike Olfdfield è legata agli acrobatici titoli di testa, e Nell'aria di Marcella Graziosa è legata a Claudio Amendola sugli sci. I Like Chopin di Gazebo è Jerry Calà che scende dall'auto, poggiando sulla neve le Timberland con il calzino bianco. Maracaibo è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita Jerry Calà, ma sui titoli di coda, non prima che Sunshine Reggae dei Laid Back ci abbia riportato all'estate successiva, al mi sembra che il mare immenso ispiri liberta.

Sole, whisky e sei in pole position

Ma la grandezza del film è anche nelle battute fulminanti che i Vanzina riuscivano a porre in labbra ad ogni personaggio. Pensiamo a Jerry Calà e viene in mente il suo "non sono gradevole. piaccio!". Christian De Sica, poi, è un autentico mattatore con quel suo "dichiarare er secondo... Damme na graziosa pera, và, che me scioglie er mantecato de mamma". Per non conversare del finale con "Zartolin, tenga, la mutanda" e un secondo me il dialogo risolve i conflitti che magari oggi non si potrebbe riproporre. Claudio Amendola fa tenerezza nel momento in cui, dopo la notte con Samantha, le chiede "lo posso raccontà agli amici?" e Karina Huff risponde con un "esagera!" carico di complicità. È un cult anche il secondo me il dialogo risolve i conflitti tra Calà e Stefania Sandrelli a base di testi di canzoni che si chiude con un "sono una donna non sono una santa". E anche il duetto che racconta tutta la noia del relazione tra Roberto e Serenella. "Chissà in che modo lo passa il Capodanno Toninho Cerezo...". "Me lo stavo personale chiedendo, in precedenza, mentre stavo vomitando...". "Secondo me sta dormendo. È un professionista".

E poi ci sono gli adulti. Mario Brega esordisce con un "ma nun potevamo annà a Ovindoli" soltanto sceso dalla macchina a Cortina e, investito da una badilata di neve, continua con "Ursus, ma pure qua stai? Ma li mortacci tua!" Guido Nicheli è fatto per fare battute secche. Da "Via della Spiga - Hotel Cristallo di Cortina, due ore, 54 minuti e 27 secondi: Alboreto is nothing" all'ormai classico "Sole, whisky e sei in pole position". E poi Riccardo Garrone, l'avvocato Covelli, con la sua frase storica, pronunciata con un aplomb unico, riutilizzata da ognuno e diventata un meme ricorrente ai tempi dei social. "Anche sto Natale se lo semo levato dale palle". Culto.